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Le wall box sono particolari infrastrutture di ricarica pensante essenzialmente per l’uso domestico. Quindi destinate ad abitazioni private, condomini, oppure semplicemente posti auto. Una (quasi) necessità se avete deciso di acquistare una vettura elettrica o ibrida plug-in, perché la cosiddetta “ricarica casalinga” assicura il massimo della funzionalità per questo tipo di veicoli.
Partiamo dal presupposto che non è necessaria alcuna autorizzazione per l’installazione di infrastrutture di ricarica ad uso domestico. Dal 2018 è altresì obbligatorio prevedere questo tipo di impianti all’interno di edifici residenziali di nuova costruzione con più di 10 unità abitative.
Casa o condominio?
Ma se chi vive in un’abitazione indipendentemente non ha alcun problema a dotarsi di una wall box, diverso potrebbe essere il discorso per chi abita in un condominio. Se si dispone di un box privato e si allaccia l’infrastruttura alla propria rete, non sono necessarie richieste all’amministratore. Ma se ciò non fosse possibile e neppure la soluzione di attivare un contratto indipendente dalla propria fornitura domestica, allora diventa fondamentale allacciarsi alla rete condominiale e pertanto richiedere l’autorizzazione ai propri condomini. In caso di via libera si dovrà dotare l’impianto di contatore di scatti per addebitarsi correttamente i consumi.
Non ho il garage, cosa faccio?
Il problema maggiore sorge quando non si ha un posto auto e sorge la necessità di far installare una colonnina (o wall box). Perché l’infrastruttura dovrebbe essere collocata all’interno delle aree comuni e per questo l’approvazione da parte dei condomini è la prassi. È necessario il consenso dell’assemblea condominiale con votazione a maggioranza semplice (legge 134 del 2012). L’approvazione include la divisione delle spese e il diritto di utilizzo da parte di tutti i condomini. Se non si raggiunge la maggioranza, chi ha fatto richiesta potrà comunque procedere ma dovrà sostenere in toto le spese di installazione e manutenzione del dispositivo.
A differenza delle auto, l’universo delle wall box non è regolato da incentivi, piuttosto da soluzioni del tipo a credito di imposta. Oggi è possibile detrarre il 50% delle spese sostenute per gli interventi derivati dall’installazione di una wall box (costo dell’infrastruttura compreso). Somma che verrà poi recuperata nell’arco di 10 anni.
C’è però un’altra via, sempre secondo il “formato” del credito d’imposta, che rientra invece nel più recente Decreto Rilancio ed è valida sino al 31 dicembre 2021. La detrazione è pari al 110%, ed è recuperabile in 5 anni, ma è vincolata alla ristrutturazione dell’edificio in cui viene installata la wall.