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L'IBRIDO DIVENTA ALLA SPINA
Le auto plug-in possono essere considerate elettriche con un motore benzina o diesel, a dare tranquillità liberando gli automobilisti dall'ansia di ricarica. Dotate di batterie ben più capienti rispetto alle full hybrid possono infatti percorrere decine e decine di chilometri in modalità 100% elettrica e, una volta terminata la riserva di carica, affidarsi al motore termico per continuare a viaggiare. O utilizzare entrambi i motori ottenendo così alti livelli di potenza.
Come detto quindi lo schema è quello delle full hybrid, a cambiare profondamente sono tre aspetti:
Schema ideale per i pendolari che percorrono quotidianamente decine di chilometri nel tragitto casa –
ufficio – casa, che non devono così utilizzare il motore a combustione.
I paralleli tra auto plug-in ed elettriche non sono però unicamente nella guida, anche la
ricarica infatti accomuna i due mondi. Se sulle auto full hybrid per “fare il pieno” alle batterie
basta la frenata rigenerativa, le PHEV devono utilizzare una linea elettrica per recuperare
l’energia utilizzata durante il tragitto. Non per nulla vengono chiamate anche ibride "alla spina".
Come detto quindi il funzionamento delle auto plug-in è simile in tutto e per tutto a quello
delle full hybrid. Sia il motore a combustione sia quello elettrico possono muovere l’auto,
quest’ultimo per svariate decine di chilometri.
L’accensione avviene sempre in modalità elettrica, così come la partenza. Se non si esagera con
la pressione sul gas, senza quindi richiedere tutta la potenza del powertrain, il motore a
combustione continua a rimanere spento. A meno che il guidatore non decida di avviarlo
selezionando la modalità di guida più sportiva. Ogni PHEV infatti dispone di differenti settaggi
per la gestione del powertrain: in auto è il sistema a decidere quale motore utilizzare, in
electric invece si predilige la marcia in elettrico mentre le altre modalità (chiamate spesso
Sport) utilizzano entrambi i motori per offrire il massimo delle prestazioni.
Alcuni modelli poi montano un secondo motore elettrico sull’altro asse, così da offrire una
trazione integrale che non necessita di albero di trasmissione, riducendo così gli ingombri e
dando la possibilità di avere uno schema 4x4 con emissioni inferiori rispetto a meccaniche
tradizionali. Questa soluzione può essere comoda per chi vive in montagna, ma ruba ulteriore
spazio al bagagliaio. Le auto PHEV infatti, avendo meccaniche studiate per auto a combustione,
utilizzano meccaniche che non prevedono spazi appositi per le batterie, così da doverle
sistemare sotto il piano di carico, riducendone così la capacità.
Di base i powertrain plug-in conservano sempre il 10% di capacità delle batterie, così da poter sempre utilizzare il motore elettrico anche solo per avere uno spunto migliore in accelerazione o non affaticare l’endotermico durante i transitori. Ma una PHEV dà il suo meglio quando gli accumulatori hanno carica sufficiente per farci viaggiare spinti unicamente dal motore elettrico e sfruttare al meglio i vantaggi di tale tipo di powertrain, evitando che si trasformino in svantaggi. I pacchi batteria delle auto plug-in infatti non sono solo più potenti ma anche più grandi rispetto a quelli delle full hybrid, con peso che può raggiungere anche i 300 kg. Una zavorra che se chiamata ad alimentare un motore elettrico permette di risparmiare carburante, mentre se scarica penalizza in maniera macroscopica i consumi.
C’è quindi bisogno di affidarsi a wallbox o colonnine pubbliche. Le potenze delle batterie sono
inferiori a quelle delle auto 100% elettriche, ma nei modelli più recenti e con dimensioni
maggiori si raggiungono anche valori intorno ai 30 kWh. Bisogna tenere conto però che raramente
la presa di ricarica è compatibile con linee veloci o ultra veloci e bisogna quindi fare i conti
con linee al massimo da 11 kW.
Al di là di poter fare rifornimento come su una qualsiasi vettura equipaggiata di motore a
combustione interna, è la presenza della presa di corrente a classificare i modelli ibridi
plug-in. Vetture che hanno accesso alle stazioni di ricarica.
In linea di massima, salvo rare eccezioni, si tratta di colonnine a corrente alternata (la
stessa presente nelle nostre abitazioni), pertanto dalla potenza relativamente bassa. Nella
migliore delle ipotesi possono arrivare sino a 22 kW. Ma questo non significa che la potenza
assorbita sarà la stessa. In questo caso gli standard dei costruttori sono molto variabili.
Prendendo nuovamente come esempio il pacco batterie da 13 kWh di cui sopra, da una presa da 2,9
kW saranno necessarie cinque ore di tempo per una ricarica completa (dallo 0 al 100%). Per
pacchi più piccoli sono sufficienti anche meno di 2 ore. C’è da dire che per preservare al
meglio la batteria è preferibile lasciare un minimo di carica residua e non arrivare
necessariamente al 100%. Lo stesso che dovremmo fare con i nostri dispositivi portatili.
Ogni costruttore che realizza automobili plug-in hybrid ha sviluppato delle app per smartphone,
così da poter avere sempre sotto controllo lo stato di carica della vettura, anche da
remoto.
Negli anni i prezzi delle auto plug-in sono rimasti sempre più alti rispetto a quelli di modelli simili con motori termici o full hybrid. Attualmente in Italia la PHEV più economica ha un prezzo intorno ai 34.000 euro, vale a dire circa 8.000 in più rispetto alla variante full hybrid.
Listini più cari che però possono scendere sia grazie agli incentivi statali, sia nel lungo periodo con il risparmio di carburante. Naturalmente per fare calcoli precisi bisogna tener conto del prezzo della ricarica alla colonnina pubblica o del “peso” in bolletta utilizzando una wallbox casalinga.
Viste le caratteristiche tecniche le auto plug-in sono più adatte ai pendolari che ogni giorno percorrono qualche decina di chilometri e hanno la possibilità di ricaricare regolarmente le batterie.
Unendo caratteristiche di modelli con motori endotermici a quelli 100% elettrici possono anche essere un’ottima palestra per chi sta valutando di passare ad auto a batteria, ma tra autonomia, prezzi e infrastrutture di ricarica ancora non si fida.
Indipendenza da infrastruttura di ricarica per lunghi viaggi
Possibilità di guida in elettrico
Possibili agevolazioni locali (strisce blu, bollo)
Silenziosità (in elettrico) e prestazioni
Prezzo elevato
Vincoli di ricarica per l'uso in elettrico
Consumi in viaggio (a batteria scarica)
Spazio bagagliaio ridotto
Peso superiore